Without words – “La chiave perduta”, oil on canvas, 2013

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La chiave di un uomo sta negli altri, sosteneva Paul Claudel. Loquor ergo sum, non c’è esistenza senza comunicazione, è il contatto con il prossimo quello che ci illumina anche su noi stessi. Nella assidua e paziente ricerca della chiave di lettura dell’altro, ci conosciamo e ritroviamo, attraverso un “duplice prodigio”: avvicinarci a ciò che desideriamo, e allo stesso tempo, avere una lente di ingrandimento nella direzione dei nostri obiettivi.

 

Without words – VisArtE “Sorriso spento”, 2013

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Il silenzio regna sovrano, solitudini interiori che non trovano sfogo. Le coppie non riescono a trovare forme di comunicazione e la lontananza tra loro si accentua giorno dopo giorno. Gli esperti la chiamano “sindrome del sorriso spento”.

 

Without words – VisArtE “Monade”

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Condizione esistenziale del sentirsi “unità indivisibile” e completa a sé stessa: l’uomo monade, nelle sue molteplici sfaccettature, è al centro del suo universo, principio ( arche) di tutte le cose.

 

Without words, “Parole in gabbia”, in progress……2013

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Without words – VisArtE “Facebook”

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Uomo prigioniero di se stesso e della sua incapacità di relazionarsi, ha come unico strumento di dialogo parole stereotipate espresse tramite la chat.

“Without words” – Work in progress…

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“Facebook ” – Dall’opera “Without words” di Ernesto Graditi

“Sorriso spento” (sketch) dall’opera ” Without words” di Ernesto Graditi

 

“Sorriso spento” dall’opera “Without words” di Ernesto Graditi

 

“Monade” dall’opera “Without words” di Ernesto Graditi

Amore e Dovere

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“Amore e dovere”, olio su tela, cm 80×120, 2013
“Non sono quelle donne che si occupano unicamente della loro statura, della loro toilette, di civetteria amorosa e che, contro la loro volontà, per mancanza d’attenzione, con disperazione, mettono al mondo dei figli ch’esse abbandonano alle nutrici, non sono quelle che seguono i diversi corsi scolastici, parlano di «centri psico-motori» e di «differenziazione» e cercano, anch’esse di affrancarsi dalla maternità per non turbare la loro follia, ch’esse chiamano il loro sviluppo intellettuale; – ma sono le donne- madri, che, potendo affrancarsi dalla maternità, senza esitare, con delibe- rato proposito, si sottomettono a questa legge eterna, immutabile, sapen- do che quì è tutta la missione della loro vita; sono queste donne-madri, che tengono nelle loro mani la salvezza degli uomini, la guarigione delle loro opprimenti miserie”.(Tolstoy).